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venerdì 11 marzo 2011

CAMMINO SPIRITUALE- Lezione 1

Percorso di crescita spirituale e conoscenza di sè

Spinti dalle richieste di molti lettori, che ci hanno contattati tramite mail, abbiamo deciso di strutturare un vero e proprio percorso, basato su una sequenza organica di lezioni che accompagneranno il lettore in un percorso pratico verso la conoscenza di sè.
Certo che e' molto difficile pensare a un corso per corrispondenza come strada per compiere un serio cammino di conoscenza  .... e difatti le cose non stanno propriamente in questi termini.

Tutte le tradizioni esoteriche classiche ritengono assolutamente necessario  essere seguiti da un maestro in carne ed ossa per poter accedere ai misteri e alla conoscenza. Qualcuno che possa trasmetterci in maniera empatica e diretta tale conoscenza (da cuore a cuore). Detto in altri termini, qualcuno che, si sostituisca al nostro piccolo io e ci dica cosa dobbiamo fare,fino al momento in cui, non siamo in grado di vedere la realtà con i nostri occhi.
Tutti abbiamo sognato l'incontro con un vero maestro, un realizzato che finalmente ci mostrasse come stanno le cose. E qualche fortunato l'avrà anche trovato ! Ma quanti invece sono finiti a nutrire l'ego di qualche farabutto che con il pretesto dell'insegnamento ha approfittato della situazione per soddisfare i suoi bisogni personali?
E' pur vero che ognuno si crea ciò di cui ha bisogno e nulla avviene per caso, ma il nostro quesito e' un altro.
Quello che sto cercando di dire è questo:
c'è la possibilità di seguire un cammino che pur restando impersonale possa  essere "efficace"?

La risposta che vi posso dare è questa: si ma non per tutti!
Tuttavia oggi questa possibilità e alla portata di molti rispetto ad un tempo, in cui erano veramente pochissimi gli eletti che potevano usufruirne.
Questo perchè vi sono dei cicli cosmici in cui le condizioni energetiche mutano e con esse anche la
possibilità offerta all'uomo.
Oggi le condizioni sono molto particolari, vi è un movimento incredibile con delle forze potentissime che si stanno riversando sulla Terra.
Tutto ciò non va visto solo come una possibilità di salvezza elargita gratuitamente per tutti, ma anzi...
Mai come oggi è necessario avere una bussola per non venire travolti da tali movimenti con il rischio di
ottenere il risultato opposto a quello ipotizzato.
Sicuramente esistono delle scuole che agevolano notevolmente questo lavoro rendendolo più sicuro. Questo anche grazie ad un loro campo di forza che amplifica certe vibrazioni e purificandole rende il percorso meno tortuoso.
Tuttavia il senso di appartenenza a un gruppo può illuderci di essere già salvi con il rischio di estinguere prematuramente la nostra sete e con essa la nostra reale possibilità di evoluzione.
In ogni caso il lavoro va fatto tutti i giorni nella vita quotidiana e, maestro o non maestro, scuola o non scuola, a conti fatti è solo il nostro retto operare che fa la differenza.

Con le prossime lezioni entreremo meglio nello specifico e gradualmente inizieremo questo meraviglioso lavoro.



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giovedì 10 marzo 2011

Colui che è vivo




Colui che è vivo


Perché cercate tra i morti colui che è vivo? [6]Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, [7]dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno.
Lc 24,5-7

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Tutti noi per duemila anni abbiamo cercato tra i morti colui che è vivo. 
Riteniamo Gesù un individuo morto più di duemila anni fa, quando invece nel Vangelo - che è una storia a lieto fine - Gesù resuscita e continua a vivere in eterno.
Gesù è vivo in primo luogo perché è resuscitato, e da allora, ovviamente, non è più morto; inoltre è vivo perché il principio di risveglio del Cuore che egli ha incarnato sulla Terra è vivo in ognuno di noi e può essere reso consapevole da chiunque si prenda la briga di lavorare su di sé con un certo impegno.
Il compito di Gesù consisteva nel gettare il seme del risveglio del “centro emozionale superiore” quando ancora l’umanità non era pronta. Un seme che solo oggi, dopo duemila anni, sta cominciando a sbucare timidamente fuori dalla terra.
“Colui che è vivo” è l’uomo numero 5 della Quarta Via di Gurdjieff, cioè l’individuo che si è identificato con la sua anima, che è sempre PRESENTE, che ha aperto il Cuore... In una parola, è l’individuo SVEGLIO. Non è pertanto da cercare “tra i morti”, ossia fra le schiere dei terrestri addormentati.
“Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti.” dice Gesù in un altro passo (Mt 8,22).
Un pianeta di “morti viventi” popolato da sette miliardi di cadaveri che credono di essere vivi, potrebbe rappresentare un problema nei mesi a venire!
Possiamo sgattaiolare fuori dal mondo dei morti, svegliandoci, ma va fatto in sordina, senza clamore, se non vogliamo che la nostra personalità se ne abbia a male e si adoperi per mortificare ogni nostro tentativo di fuga.
Il nostro apparato psicofisico è un campo elettrico, una dinamo elettrica vivente che però viene utilizzata al minimo delle sue capacità. Tutta l’energia viene dissipata principalmente in emozioni negative e pensieri incontrollati che attraversano la mente 24ore su 24. Ma anche contrazioni scorrette dei muscoli, cattiva alimentazione e pessima respirazione fanno la loro parte in questo spreco.
L’anima è un altro campo elettrico, il quale interagisce quotidianamente con il campo elettrico dell’apparato psicofisico.
(Detto per inciso, il fatto che l’intero pianeta sia pervaso di onde elettromagnetiche di vario genere e intensità, rende più difficile il processo di risveglio, che non è niente di “spirituale” - nel senso comunemente affibbiato a questo termine - bensì una questione prettamente e banalmente elettrica. Il nostro campo elettrico viene continuamente distorto da tutte le frequenze a cui siamo sottoposti in una normale giornata: onde radio, raggi x, radiazioni ultraviolette... e quant‘altro. Questo costante bombardamento rende maggiormente incontrollabili - più di quanto non fosse in passato sul pianeta - i nostri pensieri e le nostre emozioni.)
Cosa significa “emergere dal mondo dei morti”?
Liberare l’anima - ciò che realmente siamo - dall’affinità elettrica con l’apparato psicofisico. Questo è necessario per ovviare al fenomeno detto IDENTIFICAZIONE, cioè l’anima entra al tal punto in risonanza vibratoria con la personalità da confondersi con essa e credersi la personalità stessa.
Così la Volontà dell’anima resta seppellita nei desideri della personalità.
Finché nella vita di una persona procede tutto secondo i piani, senza scossoni, anima e apparato psicofisico restano un tutt’uno e l’individuo continua a essere un “morto che cammina“. Solo la sofferenza permette di creare l’attrito necessario a interrompere il segnale che collega l’anima alla personalità. La sofferenza può essere involontaria (il normale svolgersi degli accadimenti della vita) oppure provocata volontariamente (dal maestro) allorquando la personalità è costretta a fare qualcosa che non vuole fare o a smettere di fare qualcosa a cui è assuefatta.
La sofferenza impedisce all’anima di dormire indisturbata dentro la personalità.
Ma c’è un elemento ancora più essenziale che può aiutarci in questo processo di fuga dall’identificazione con l’animale che ci ospita: il ricordo di sé.
Il ricordo di sé interrompe il fenomeno di perfetta risonanza che si stabilisce fra il campo elettrico dell’anima e quello dell’apparato psicofisico. Improvvisamente voi e la vostra personalità non siete più la stessa cosa!
Ma ciò che fa davvero la differenza e ci riporta definitivamente in vita, è la possibilità di entrare in collegamento con il “centro emozionale superiore”, il Cuore di cui parla Gesù.
Per poterlo fare abbiamo bisogno di provare alcune emozioni superiori che possiamo richiamare solo dall’anima: VENERAZIONE, ADORAZIONE e COMPASSIONE per le quotidiane manifestazioni della nostra personalità.

Solo quando giungeremo a osservare con sguardo rapito e innamorato ogni manifestazione della nostra personalità - come l'amante che osserva l'amata avvolta da una vestaglia trasparente, mentre sul far della sera si spazzola i capelli di fronte allo specchio - allora potremo completare l’Opera.
Colui che è vivo è innamorato.
Ogni rifiuto verso una caratteristica della personalità è ancora indice della nostra identificazione con la personalità stessa e, soprattutto, è segno sicuro di distanza dal Cuore.

PER CONOSCERE MEGLIO QUESTO AUTORE VI CONSIGLIO IL SUO LIBRO OFFICINA ALCHEMICA